mercoledì 4 giugno 2008

FINGER DIP


Adorate i finger food, ma gli altri non adorano le vostre strette di mano oliose o briciolose? Niente paura ci ha pensato il duo delle designer italiane Eleonora Barbareschi e Alessandra Mantovani con la loro fashionissima e provocatoria idea dei Finger Dip.

Cosa sono i finger dip? Beh, ovvio!!! Sono preservativi per le dita.

La loro idea va incontro alla tendenza più cool del momento: “mangiare cibo con le mani”, riprendendo così, igienicamente, uno degli atti più istintivi dell'uomo.

Monouso e divertenti sono ideali in tutte quelle occasioni in cui non sia l’opportunità di pulirsi le mani e gli utensili da cucina non sono poi così necessari...


lunedì 2 giugno 2008

STRANI FUNGHETTI


Dopo la mia cena iper caloricissima a base di... profiteroles al cioccolato (in assoluto i più buoni della mia piccola città) la mia ricettina di oggi non potrebbe che essere saporitissima e un pò salata. Per i puritani della cucina stagionale non sarà il massimo, ma da brava figlia di babbo francese io gli champignon de paris li mangio tutto l'anno e in ogni forma, a qualcuno rizzeranno i capelli a sentir dire questo, ma... c'est la vie e poi lo confesso: a me i porcini, i tartufi e tutti gli altri funghetti mollicciosi non piacciono, quasi adoro quella consistenza strana... mah, sarò strana io... cmq ecco a voi i miei...

CHAMPIGNON CROUSTILLANT

Ingredienti:
  • 12 fette di pane baguette
  • 2 uova
  • 200 g di Hemmentaler grattuggiato
  • 300 g di funghi champignon o funghi porcini
  • 4 cucchiai di Parmiggiano
  • prezzemolo tritato
  • 1 dado ai funghi
  • olio, sale e pepe bianco

Pulire i funghi, se sono freschi, tagliarli a fettine e passarli in padella con un filo d’olio, qualora si usassero i funghi in scatola sbriciolarvi sopra anche un dado ai funghi porcini.

Unirvi il prezzemolo e condire con sale (se non è stato utilizzato il dado) e pepe. Unirvi una manciata di Parmiggiano grattuggiato; amalgamare il tutto a fuoco spento rimestando con un cucchiaio.

Tagliare il pane a fette e farle tostare. Ricoprire ogni dischetto con l'Hemmentaler grattuggiato e disporvi sopra un cucchiaio di funghi. Ultimare la composizione con una spolverata di Parmiggiano.

Infornare di nuovo fino a quando si sarà formata sopra ogni crostino una crosticina dorata.

Nella versione originale, e per chi non teme l'ago della bilancia, è prevista una ulteriore distribuzione di hemmentaler prima di infornare il piatto.

Ovviamente il tutto va servito caldo o tiepido.

domenica 1 giugno 2008

TROOOOPPO BELLINI...


Strano come il bianco mi stia dando alla testa! Sarà il colore immacolato di questo nuovo blog??? Forse il passaggio dal mio personale blog rosa shokking, colore col quale oramai tutti mi identificano, ha avuto in me un effetto "shokkante"... o forse questi sono i postumi dei miei traumi infantili che anche in età adulta mi fanno considerare lecito, anche quando non sto proprio bene, ogni cibino di colore chiaro...
Sarà... ma è tutto il giorno che immagino un bel Bellini, non uno di quelli giallognoli tendenti ad un tramonto estivo infuocato, ma uno di quelli perfetti, che ci si può guardare attraverso, quelli della ricetta originale, non quelli che ho fatto fin troppo spesso con il succo di pesca "in scatola".
Beh, si, ancora non vi ho rivelato la mia più grande mania, passione sarebbe troppo riduttivo dopo la progettazione del mio personale bar in salotto... Io sono una bartender, ma non una di quelli che va a fare la sua seratina in un localino per guadagnarsi il centone, beh se capita lo faccio anche gratis, ma sono una vera maniaca sperimentatrice di cocktails, per mia fortuna dicono siano buonissimi (per fortuna perchè io non li assaggio quasi mai).
Ma avrò modo di parlare di questo in seguito, vorrei piuttosto raccontarvi qualcosina su uno dei miei cocktails preferiti, ovviamente da brava "Fashion Girl"(io fashion??? ma dove???) ho una naturale predilezione per gli Champagne Cocktails :P

Il Bellini è indubbiamente un cocktails elegante e raffinato nella sua sobria semplicità, perfetto da offrire ad una Donna (e la D maiuscola è d'obbligo).
Le sue origini risalgono alla prima metà del 1900, quando Giuseppe Cipriani dell'Harry's bar di Venezia, ideò questo fresco e frizzante mix di sapori, dedicando la sua preparazione al pittore cinquecentesco Giovanni Bellini, le cui opere erano in quel periodo esposte nella città lagunare.
Certo da quel lontano 1948 il nostro italianissimo cocktail ne ha fatta di strada, divenendo una delle preparazioni più note e richieste a livello internazionale, ma adesso la ricetta!

BELLINI
Ingredienti:
  • 3/10 di centrifugato di pesca bianca

  • 7/10 spumante o prosecco (niente champagne, un cocktail nostrano)

Tagliare a tocchetti senza pelarle 3 o 4 pesche a pasta bianca (rigorosamente bianca, non barate), e frullarle o centrifugarle fino ad ottenere un composto fluido e omogeneo. Versare la purea di pesche in una flute (o una coppa martini, ma, per favore, non usate i tumbler o i baloon) e colmate il bicchiere con lo spumante ben freddo.

Alcune varianti prevedono l'utilizzo di alcune gocce di sciroppo di lampone o di fragola per conferire al cocktail un colore rosato, ma io lo preferisco così, altrimenti che white cocktail sarebbe?

E per le pesche bianche non disperate, ancora qualche giorno e ne avremo di belle sui banchi ortofrutta... il Bellini è un cocktail "di stagione".


sabato 31 maggio 2008

MANGIARE IN BIANCO


Beh devo scegliere una ricettina con cui iniziare il mio (spero) fashion food blog, ma dopo le due non splendide giornate trascorse, l'unica cosa che mi viene in mente è quella strana cosa che mi veniva detta quando ero piccina ed ero stata male. "Bella (non perchè io sia bella, ma da noi in Calabria si dice a tutti così) devi mangiare qualche giorno in bianco", immaginate come può tradursi una simile raccomandazione nelle confusa mente di una bimba di 5 o alpiù 6 anni... ok se non lo immaginate ve lo dico: posso mangiare tutto quello che è di colore bianco. Per chi non fosse C.I. (Calabrese Inside) la giusta interpretazione della suddetta espressione sarebbe invece: dovresti stare una settimana a pastina (di solito stelline Barilla) in brodo, dove per brodo si intende un guazzetto di acqua tiepida bianca (ovviamente bianca) di amido.


Oddio!!! Ma per fortuna io questo non lo sapevo, la parte franco austriaca delle mie origini impediva la corretta comprensione dei modus dicendi calabresi, e così immaginavo petti di pollo navigare in mari di panna da cucina, spettacolari e gratinatissimi timballi di patate (non quelle a pasta gialla ovvio) fondute caloricissime (ma a 6 anni kissenefrega della dieta!!!) di formaggi e co. per poi trovarmi irrimediabilmente delusa dalla forma brodosa della mia deliziosa cena di questa sera: riso al burro...


Beh io al cibo in bianco sono sempre rimasta fedele insomma... dal mio primo pasto di latte - che poi mia mamma mica lo sapevo che ero intollerante al lattosio- passando per le stelline "decadenti" (in brodo) e arrivando al mio gustosissimo riso paraboiled cotto a puntino e perfettamente mantecato con burro e Grana Padano (io il Parmiggiano, pensate quello che volete, non ce lo metto: è troppo salato)... quindi perchè non restare fedele al mio white food e proporlo come primo sfizioso e gustoso finger food?


Si tratta di una ricettina facile facile facile, che ho provato per la prima volta con del lardo ucraino affumicato (io il lardo non l'avevo mai mangiato prima), beh se siete fortunati e riuscite a recuperarne uno buono... fateci anche due spaghetti...



"WHITE BRUSCHETTA"


Ingredienti:


  • 8 fette di pane (bianco ihihih) preferibilmente pugliese

  • 16 fette sottili di lardo di colonnata

  • pepe bianco

  • rosmarino in rametti


Tagliare le fette di pane tutte della stessa dimensione e tostarle brevemente da ambo i lati.

Adagiare sopra ogni fetta due fettine di lardo e cospargere il tutto con un pizzico di pepe e qualche rametto di rosmarino spezzettato.

Passare in forno per qualche minuto per far ammorbidire il lardo che, leggermente tiepido dà il meglio di se.

venerdì 30 maggio 2008

PERCHE' FINGER


Il Finger food è cibo mangiato con le mani, a differenza del cibo mangiato con un coltello e una forchetta, bacchette o altri utensili.
In alcune culture il cibo si mangia quasi sempre con le mani, per esempio la cucina etiope è servita avvolgendo vari piatti in pane injera.
Esempi generalmente accettati di finger food sono i salatini, i rotoli di salsiccia, salsicce su stuzzicadenti, formaggi e olive su stuzzicadenti, ali di pollo, involtini primavera, quiche, samosa, bhajis alla cipolla, patate fritte, vol au vent e arancini di riso. Altri cibi conosciuti che vengono a volte considerati finger food includono la pizza, gli hot dog, la frutta e il pane.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Beh grazie Wikienciclopedia per questa dettagliata descrizione di cosa sia il finger food, ma vedete per me il Finger Food è più di una definizione, rappresenta il mio modo di esprimermi in cucina.
Da brava artista, quale mi hanno spesse volte definito, esprimo il mio essere e la mia poliedrica fantasia, mediante le più disparate tecniche (pittura, scultura, arti decorative ecc.) e così amo fare in cucina e poichè il mio sentire è difficilmente univoco, il finger food con i suoi formati mignon e l'imperativa variegazione dei menù mi consente di esternare emozioni, di concretizzare sperimentazioni e, perchè no, suscitare elogi, che seppur piccoli come le porzioni che li hanno ispirati, possono illuminare la mia gioia come il palato di chi li ha gustati (iniziamo bene... la rima baciata spero la perdonerete, ma quando sono ispirata succede eheheh).
Cercherò di trovare rime culinarie fingerfoodiane all'altezza delle mie rime letterarie e di illuminare palati e fantasie.